
Il
volume comprende saggi ideati e raccolti in occasione del XVIII
centenario dellEditto di Caracalla, organizzati in cinque parti secondo
un percorso cronologico e pubblicati solo ora per circostanze
indipendenti dai curatori. La prima parte dellopera analizza lo
strutturarsi della condizione del civis nelleta monarchica e
repubblicana, illustrando il ritenuto favor con il quale essa sarebbe
stata accordata, mentre la seconda parte si sofferma sulleta imperiale
occupandosi del rapporto tra cittadinanza, centro e periferia in
rapporto alla Dacia ed alla sua romanizzazione - concetto la cui
generale validita deve essere ribadita con forza contro recenti
interpretazioni figlie dellideologia post-bellica -, al significato
delle emissioni monetali nelle province imperiali e naturalmente alla
luce della constitutio Antoniniana. La terza parte dellopera esamina i
particolari riflessi sulla cittadinanza della caduta della pars
Occidentis e del sorgere di nuovi spiriti identitar nonche le
trasformazioni dellidea di nazione e di civitas nellEuropa dei fragili
equilibri tra 600 e 700, giungendo ad occuparsi dei delicati concetti
degli status personali nellItalia deta napoleonica. La quarta parte e
invece dedicata allanalisi degli interventi legislativi e dottrinali in
tema di mutamento della nozione di cittadinanza in Italia durante gli
anni del Regime fascista. La quinta ed ultima parte analizza il rapporto
tra cittadinanza ed estraneita sotto il profilo penalistico nel diritto
interno italiano nonche il rapporto tra cittadinanza nazionale e
cittadinanza europea. Lopera non venne progettata nel quadro dellancor
recente dibattito politico italiano sullo ius soli. E fortemente
auspicabile che in una materia tanto importante linteresse politico e la
pur essenziale difesa dei diritti umani cedano il posto ad una serena
ed informata riflessione. Per questo il tentativo di una sintesi
storico-giuridica sul rapporto tra cittadinanza, Impero - cioe realta
sovrannazionale - e Stati nazionali in quellEuropa da cui ha avuto
origine il mondo moderno appare oggi sempre piu utile. QVAESTIO Mentre
mi appresto allinterpretazione delle leggi antiche, ho ritenuto che in
primo luogo occorresse necessariamente fare delle ricerche dagli inizi
dellUrbe, non perche io voglia fare verbosi commentar, ma poiche in ogni
cosa avverto essere perfetto solo cio che consta di ognuna delle sue
parti: e di certo in ogni cosa il principio e la parte essenziale.
Limperatore Giustiniano faceva inserire queste parole del giurista Gaio,
vissuto allepoca di Adriano, allinterno del primo libro dei Digesta (1,
2, 1), la grandiosa opera di compilazione della giurisprudenza romana
da lui fortemente voluta e pubblicata nel 533 d.C. Si tratta delle
parole attraverso cui e definitivamente fissato il principio
dellappartenenza della storia al sistema del diritto e questo principio
per esplicita volonta dellimperatore e definito valido, cosi come
lintero contenuto della sua attivita normativa, in ogni tempo, cioe
anche per il futuro. La storia, dunque, appartiene al diritto e quindi a
sua volta il diritto non puo fare a meno della storia: in questo
risiede limportanza degli studi di diritto romano ed in generale degli
studi sui diritti antichi. Sulla base di questo insegnamento, Qvaestio
intende proporsi al pubblico esaltando il rapporto tra storia e diritto
ed anzi rendendolo il proprio tratto distintivo, realizzando inoltre
studi monografici o collettanei in grado di affrontare i temi prescelti
secondo tutte le prospettive, sia antiche che moderne, evidenziando
linee di continuita o discontinuita allinterno della materia di volta in
volta studiata. Dunque, grazie ad un Comitato Scientifico composto non
solo da giuristi, sia antichisti che positivi, ma anche da archeologi e
storici, non soltanto lapproccio strettamente storico-giuridico, che
rimane la base di partenza iniziale ed essenziale, ma anche ad esempio
quello topografico, epigrafico o numismatico. Non solo, inoltre, il
confronto con la storia antica ma anche, quando il tema di ricerca lo
richieda, con quella medioevale, moderna e contemporanea per evidenziare
le linee di continuita o discontinuita tra gli ordinamenti antichi e
quelli moderni, giungendo in moltissimi casi alla nostra
contemporaneita.